Progetto IntegrAzione

Progetto IntegrAzione è il nome che diamo all’insieme d’idee che guidano il nostro operato a riguardo dei bambini disabili e delle loro famiglie. Anche in questo caso il coinvolgimento della famiglia nella didattica è centrale e fondamentale. Le famiglie con bambini disabili di primissima infanzia hanno un bisogno assoluto di normalità, e questo è uno dei primi aspetti ai quali punta la nostra azione; perciò diventa essenziale l’applicazione dei concetti di Integrazione e inclusione che il nostro centro pratica da sempre. I gruppi “classe” quindi, sono integrati da bambini con e senza difficoltà, che si aiutano a vicenda nel conoscere una conformazione integrata dei gruppi umani.

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Il progetto si propone di integrare nella nostra piccola comunità, nei primi mesi o anni di vita, famiglie con bambini disabili, ricreando una situazione di naturale e spontaneo interscambio, sia all’interno della coppia mamma/papà-bimbo sia all’interno del gruppo di famiglie. In questo modo si tenta di favorire l’instaurarsi del difficoltoso rapporto mamma/papà-bimbo in situazione di disabilità e, al contempo, l’introduzione o reintroduzione della famiglia in una costellazione di probabili rapporti sociali con le altre famiglie.

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Le ricadute positive di questa “azione” avvengono quindi in ambiti diversi:

  • nell’ambito sociale: frequentando un ambiente non terapeutico, bensì di benessere per la coppia e al contempo educativo per il bambino, portando ad una famiglia così colpita e provata un forte alone di “normalità”.
  • nell’ambito psicomotorio: proponendo al bambino un ambiente fortemente stimolante e sollecitante, in grado di richiamare tutto l’arco delle sue competenze disponibili.
  • nell’ambito cognitivo: accompagnando il bambino nella scoperta specifica de mondo acquatico attraverso la conoscenza degli effetti fisici (le proprietà fisiche dell’acqua, cadute, rumori, effervescenze, ecc.), conoscenza di oggetti vari realizzati con diversi materiali (contenitori, bambole, tappeti, grandi giochi, corde, palloni, ecc.) e, soprattutto, conoscenza del proprio corpo, delle sue possibilità e dei suoi limiti. Tutto ciò nel rispetto delle possibilità evolutive del bambino, dei suoi ritmi di apprendimento e soprattutto della sua disponibilità e apertura verso le proposte.
  • nell’ambito emotivo: favorendo, come prima espresso, l’instaurarsi del difficoltoso rapporto mamma-bimbo disabile, attraverso la ricerca di situazioni di benessere per entrambi, che agevolino il raggiungimento di un equilibrio emotivo di coppia.